News dal Salento.

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Nasce una nuova struttura polispecialistica avanzata, Centro Medicina Integrata San Giuseppe Moscati.

Mercoledì 1 giungo 2022 a Trepuzzi ( Le ) si è inaugurato un centro medico polispecialistico , diretto dal Dott. Antoni Rizzo ( Medico Specialista in Chirurgia artroscopica e artrotomica del ginocchio; P.N.E.I. e Neuro Modulazione Posturale ). Il Centro Medicina Integrata San Giuseppe Moscati , nasce da un grande ed importante progetto che ha richiesto molti anni e immensi sacrifici per realizzare , non solo la struttura architettonica ( studiata per il massimo confort e relax rivolto ai pazienti ), ma soprattutto un ambiente predisposto per la Medicina Integrata.

In breve la medicina integrata affianca la medicina convenzionale, come base portante della cura attraverso terapie con moderni esami diagnostici e trattamenti convenzionali ( fra i quali alcune tecnologie elettromedicali avanzate della linea RMD03 e 05 e studiate per efficacia dal nostro team medico specialistico ), ad un’attenta selezione di terapie complementari ( omeopatia, agoputura, reset neuroposturale,osteopatia, terapia del cranio sacrale, psicologia -mental coaching, nutrizionistica, PNEI…ed altro ancora ).

Ben impostata la location adibita al recupero psicomotorio dei pazienti, immersa nella luce naturale.

A breve pubblicherò un’intervista rivolta al Dott. Antonio Rizzo ( membro del nostro Team medico Scientifico , uomo lungimirante in ambito medico e aperto sempre ad un sincero ed esaustivo dialogo con i suoi pazienti ).

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Dr. A. Nigro

La rigidità si sente dal mattino . Dott. Eugenio Arati

La rigidità si sente dal mattino . Dott. Eugenio Arati

Al mattino dopo aver riposato per 7-8 ore , ci si aspetta che il nostro corpo abbia usufruito degli effetti benefici derivanti il rilassamento notturno e precisamente:

  1. distensione muscolare;
  2. maggior scioltezza nei movimenti;
  3. assenza di dolori osteoarticolari:
  4. maggior vigoria fisica;
  5. ecc..

Nella maggioranza dei casi, per lo più nella fascia di età che va dai 35 anni in sù, (nostra evidenza clinica), tutto questo non avviene, infatti molto spesso, queste persone, riferiscono tutt’altro:

  • dottore quando mi sveglio al mattino sento la cervicale rigida;
  • ho dolori alla cervicale;
  • nel momento che mi alzo dal letto mi gira la testa;
  • quando scendo dal letto ho le articolazioni rigide e faccio fatica a camminare poi va meglio;
  • mi sveglio con un dolore dietro la schiena e che si riflette su una gamba.

Queste sono le frasi più comuni che noi riscontriamo, in sede di visita e potrebbe sembrare un controsenso che l’organismo risulti più o meno sofferente, soprattutto dopo aver goduto di un meritato riposo notturno, ma tale evidenza clinica ha una spiegzione logica.

Il nostro corpo durante la giornata è sottoposto a numerose sollecitazioni che lo possono condizionare in senso negativo:

a) posture non corrette,

b) sforzi muscolari eccessivi (es.: buste della spesa eccessivamente pesanti)

c) stress emotivi (uno stato di agitazione si riflette in particolare sulla muscolatura della colonna cervicale)

d) attività lavorativa sedentaria;

e) squilibrio alimentare;

f) eccesso ponderale…ecc…

Questi sono alcuni aspetti che se presenti costantemente nel tempo, possono minare l’equilibrio neuromuscolare di ogni persona fino a sfociare in una sintomatologia dolorosa e la comparsa di una vera e propria patologia organica.

Al termine della giornata, considerato che l’apparato neuromuscolare ha dovuto rispondere alle varie esigenze della vita quotidiana, ogni individuo, generalmente, compie uno degli errori più imperdonabili, cioè quello di mettersi in poltrona davanti al televisore dopo aver cenato e successivamente andare a letto.

Sarebbe opportuno invece, rieducare e disintossicare il proprio organismo dalle fatiche quotidiane,

con una attività di recupero del tono muscolare e defaticamento di almeno 15 minuti prima di cenare, (come osservano gli sportivi dopo un allenamento, chiaramente in forma meno intensa ), con esercizi posturali correttivi e di stretching per i muscoli della colonna e degli arti, in modo da riequilibrare la tensione muscolare e facilitare il riassorbimento e/o l’eliminazione delle scorie accumulate durante la giornata. La stessa attività dovrebbe essere eseguita anche al mattino al risveglio o comunque prima della colazione.

Altro aspetto importante per la prevenzione dei disordini e dei dolori osteoarticolari è come affrontare il riposo notturno.

E’ molto importante che, durante la notte o in genere quando si riposa per molte ore, di non sottoporre la colonna vertebrale a posizioni e/o a carichi anomali.

Sappiamo che la colonna vertebrale è costituita, in senso laterale, da 4 curve (fig.1):

1a curva cervicale: lordosi (zona bordeaux)

2a curva dorsale: cifosi (zona bleu)

3a curva lombare: lordosi (zona verde)

4a curva sacro-coccigea: cifosi (zona arancio-rossa)

Fig.1

Durante il riposo, occorre che il corpo sia adagiato su un materasso in grado di adattarsi perfettamente alla forma naturale della colonna vertebrale sia nel suo senso laterale (posizione supina della persona – fig. 2) che nel suo senso frontale (posizione laterale – fig. 3) in modo da garantire il sostegno necessario di tutto il nostro corpo, senza condizionare in alcun modo le zone anatomiche.

Fig.2
Fig.3

Il materasso, quindi, deve essere ergonomico, cioè adattarsi alle naturali curvature della colonna vertebrale, senza creare tensioni che a lungo andare porterebbero alla comparsa di dolori e perfino a deformazioni.

Aspetto importante:

la superficie cui poggia il corpo deve assecondare la conformazione anatomica della colonna vertebrale, senza andare a modificare artificialmente la sua struttura perchè:

un materasso morbido in posizione supina: può accentuare le curve cifotiche

in posizione laterale: può favorire atteggiamenti scoliotici

un materasso rigido in posizione supina: può ridurre le curve fisiologiche;

in posizione laterale: può favorire la rigidità della muscolatura.

Esiste un materasso ideale che va bene per tutti? E’ meglio duro o morbido? E’ più indicato quello ortopedico? In memory, a molle o ibrido?

Non tutti i sistemi letto sono uguali e non tutti sono in grado di fornire il giusto supporto al corpo e il corretto comfort, caratteristiche necessarie per riposare bene.

Quando non si riposa in modo soddisfacente, potrebbero essere diversi i fattori: dal materasso al cuscino, passando per reti, doghe o anche la posizione che si assume durante il sonno.

Quindi non esiste un solo materasso o un “sistema letto” ideale per tutti, a tal proposito si elencano alcuni consigli per un buon acquisto:

  • provare sul posto il materasso per almeno 10 minuti in modo da far riscaldare la superficie e poterne saggiare la consistenza e la cedevolezza;
  • in genere la persona che fa la prova, può percepire quale sia quello giusto per lei, riesce ad avvertire un naturale rilassamento ed una senzazione di benessere della colonna;
  • preferire quelli con la dicitura “dispositivo medico” poichè studiato per le problematiche della colonna vertebrale e per la prevenzione delle patologie osteoarticolare; in questo caso è necessario avere una prescrizione medica per l’individuazione della giusta tipologia e per la detraibilità fiscale della spesa;
  • tenere in considerazione, se presente, la patologia in atto che spinge la persona a cambiare il materasso, in questo caso non bisogna affidarsi al negoziante che rappresenta solo un esperto venditore, ma recarsi preventivamente dal medico specialista che indicherà il dispositivo più idoneo alle proprie esigenze fisiche;
  • non basarsi sul costo: un materasso più costoso non è detto che sia più funzionale.

Altro aspetto, non meno importante è la posizione che deve assumere il capo durante il riposo.

Anche la testa deve risultare in una giusta posizione che consenta al segmento cervicale di essere in linea con il resto della colonna vertebrale, se ciò non avviene potrebbe compromettere tutto il sistema letto.

Il collo rappresenta il collegamento tra il corpo e la testa ed è un segmento estremamente critico poichè è soggetto molto spesso a dolori, vertigine, rigidità articolare e muscolare che possono condizionare il riposo notturno.

Consigli:

Preferire cuscini che si adattano alla forma anatomica del collo;

Che consentono di avere una perfetta ergonomia e il giusto allineamento con la colonna vertebrale;

Mantengono in posizione neutra il collo;

Preferire gli anallergici in caso di sensibilizzazione agli acari e alle polveri.

Quale rete abbinare al materasso?

Non si può acquistare un materasso senza pensare a quale rete accompagnarlo.

Spesso si incorre nell’errore di non valutare tale evenienza, nella maggioranza dei casi si pensa che avendo già una rete ortopedica a doghe non è necessario ulteriori sostituzioni, ma ciò può non essere corretto (non si può avere una Ferrari e mettere le gomme ricoperte!!!).

Consigli per le 3 categorie di materassi più diffusi:

Materasso in memory: rete a doghe strette con larghezza di pochi centimetri;

Materasso in lattice: rete a doghe sottili in legno con giusto distanziamento tra di loro.

Materasso a molle insacchettate: rete a doghe ravvicinate e larghe con giusto distanziamento tra di loro.

ASPETTI SALIENTI RIASSUNTIVI

Esercizi e stratching a fine giornata e al risveglio;

Scelta di un idoneo materasso in base alle esigenze di chi lo acquista

Prova del materasso

Opportuna visita preventiva specialistica per una corretta valutazione e prescrizione

Indirizzarsi su un prodotto dichiarato “Dispositivo medico”

Utilizzare idonea rete

Possibilmente cambiare il materasso dopo 10 anni di utilizzo

Cuscino che permetta di tenere il collo in posizione neutra

In presenza di una sintomatologia dolorosa, prima di cambiare il “sistema letto” eseguire visita specialistica preventiva e accertamenti radiologici

Dott. Eugenio Arati

Medico Chirurgo

Chirurgia del piede, Posturologia Clinica. Foot Medical Hospital – Roma

wwww.unirasmedica.it

RIPRODUZIONE RISERVATA

Trattamento dell’edema midollare osseo e delle patologie ad esso collegate

Trattamento dell’edema midollare osseo e delle patologie ad esso collegate

di Dott. Antonio Rizzo

Neuroma di Morton con tecnica endoscopica

Neuroma di Morton con tecnica endoscopica

La Sindrome di Morton, una delle cause di metatarsalgia, è caratterizzata da una alterazione degenerativa di uno o più nervi intermetatarsali plantari. Tale sindrome viene considerata di tipo Canalicolare, ad eziologia multifattoriale.

Il sintomo neurologico è stato descritto per la prima volta da un inglese, Durlacher, nel 1845, ma la malattia fu attribuita succesivamente a TG Morton di Philadelphia, che descrisse nel 1876 di ”una peculiare affezione dolorosa della quarta articolzione metatarso-falangea”.Comunemente, il neuroma compare nello spazio tra le teste del terzo e del quarto metatarso ma può essere riscontrato in altri spazi intermetatarsali e anche bilateralmente. Spesso, è associato a patologia retro-avampodalica (alluce valgo, piede pronato,ecc) e quasi sempre è secondario ad uno squilibrio biomeccanico del piede. Comunque la sindrome deve  essere inquadrata nell’ambito di una compressione del legamento intermetatarsale   sul nervo  (TIML)

DIAGNOSI

Viene effettuata una visita diagnostica dopo un’accurata valutazione clinico-strumentale: SINTOMATOLOGIA DOLOROSA:dal punto di vista clinico tipica è la caratteristica del dolore accusato dal paziente: la localizzazione (in corrispondenza del terzo spazio intermetatarsale), la necessità di togliersi le scarpe ed il relativo benessere nel camminare scalzi. Il dolore é “urente” e può irradiarsi alle dita adiacenti.Sono frequenti l’ intorpidimento ed il formicolio.

TEST DIAGNOSTICI

– Il test dell’apprensione messo in evidenza da una manovra di costrizione dell’avampiede. Il test è positivo se compare dolore. 

– Il test dell’indice si individua con l’indice il neuroma tenendo serrate le teste metatarsali. Il test è positivo se si accusa dolore alla digito-pressione e se si ha la sensazione che qualcosa scatti sotto il dito (Mulder’s click).

PROTOCOLLO TERAPEUTICO 

Evidenziata la patologia, in base alla sintomatologia dolorosa, all’associazione con altre patologie, ed in base alla grandezza del neuroma, si sceglie il trattamento. Il protocollo terapeutico prevede l’adozione di trattamenti conservativi prima della terapia chirurgica.

 

STEP 1

• Ortesi Plantari di scarico 

• FKT

• Borsa del ghiaccio applicata localmente

• Ecografia con sonde lineari da 7,5 MHZ

• Calzature MBT

STEP 2

• FKT di secondo livello specifica

• Onde d’urto

• Infiltrazioni locali

STEP 3

• Neuromodulazione con Radiofrequenza RMD Tecnica innovativa
• Sezione del legamento intermetatarsale per via endoscopica associata ad alcolizzazione
• Alcolizzazione sotto controllo ecografico
• Asportazione del neuroma

Prof. Paolo Roconi.

© Copyright 2016 – Prof. Paolo Ronconi

Neuroma di Morton

Neuroma di Morton

Neuroma di Morton

Prof. Paolo Ronconi
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